Intervista a

Lamberto Vallarino Gancia

 

Lamberto Vallarino Gancia

Lamberto Vallarino Gancia

Enologo laureato all’University of California Davies, Lamberto Vallarino Gancia ricopre attualmente tanti ruoli importanti e tra questi c’è quello come presidente del Consiglio di Amministrazione della Fondazione del Teatro Stabile di Torino, ma anche di Federvini e del Consorzio Alta Langa, vicepresidente di Federalimentare e membro del comitato di Confindustria, di Contromarca e IBC e presidente di Domori, azienda torinese che produce cioccolato. E’ anche un importante consigliere e componente del comitato Canavese 2030, volto alla promozione del territorio sotto molteplici aspetti.

Qual è l’importanza di una lobby di territorio per fare squadra nella attuale competizione tra piattaforme territoriali perché i territori possano risultare più attrattivi?

Fare squadra è importante, è l’aspetto fondamentale per la valorizzazione delle eccellenze di un territorio, per coordinarle al meglio e poterle far conoscere al pubblico, a chi un territorio lo vive e ovviamente a chi viene da fuori. Se si lavora insieme, coesi, si va più veloci e il lavoro da compiere diventa più facile. Inoltre, una buona squadra, sa trovare sempre nuovi stimoli e spunti.

Quali sono, secondo Lei, i progetti strategici su cui puntare per il Canavese del futuro?

Il Canavese possiede già numerose eccellenze riconosciute, dal Parco nazionale del Gran Paradiso ai castelli fino ad Ivrea e il patrimonio Unesco legato ad Olivetti. Inoltre, l’importanza strategica dell’aeroporto Sandro Pertini di Torino-Caselle va sottolineata per il ruolo centrale che può avere nella promozione turistica del territorio. Inoltre, la zona si presenta come passaggio obbligato non solo tra le regioni italiane, ma anche tra diverse nazioni europee. Per questo motivo un aspetto su cui bisogna insistere è rappresentato dalle infrastrutture, in un’ottica di collaborazione e sostenibilità da sviluppare con accordi e progetti con la vicina Torino, sviluppando una rete di trasporti che tenga conto della mobilità in auto, aereo e anche in bici.

Quale ruolo possono avere i progetti legati alla Cultura per lo sviluppo di un territorio?

La cultura è molto importante, perché rispecchia il benessere di un territorio, di una città, della qualità di vita. Funziona, attira e valorizza un territorio proprio perché permette di vivere meglio: trasmette emozioni e bellezza e merita di essere promossa e apprezzata anche all’interno di un circuito di più ampio respiro.

Potrebbe essere utile pensare, per il Canavese, ad una serie di “Eventi Off” collaterali agli eventi di grande richiamo che si svolgono a Torino? Inoltre, come vede Lei il rapporto di sinergia dal punto di vista turistico e culturale che ci può essere tra il Canavese e Torino?

Bisogna ampliare i confini in entrambe le direzioni, partendo dallo studio di un palinsesto degli eventi torinesi e piemontesi e da una successiva coordinazione tra le parti. Si deve partire da poche cose fatte bene, lavorare insieme e con una visione d’insieme per far funzionare i progetti di sviluppo e valorizzazione, per poi incrementare e offrire un ampio ventaglio di possibilità, di aggiornamenti, in un’ottica di dinamicità.

Come si immagina Lei il Canavese nel 2030?

Il Canavese me lo immagino attrattivo, collegato alle altre realtà vincenti del territorio piemontese. Lo immagino come un ponte verso gli altri territori, una zona di scoperta, ridente, piacevole, un luogo ricco di opportunità da cogliere.