Metodo di lavoro

 

Canavese 2030 è un Piano a 10 anni, con un passaggio a 5 anni, che esprime obiettivi chiari e azioni che producono cambiamento.
E’ la progettazione del Futuro del territorio: 15 ambiti di azione e 30 obiettivi strategici per il Canavese del 2030.
E’ la realizzazione di un Metodo di lavoro innovativo di forme organizzative e di politiche tra di loro interagenti:

  1. la stipula di un patto di lungo periodo tra soggetti pubblici e privati;
  2. una comunità performante tra attori pubblici e privati;
  3. una strategia condivisa di investimenti selettivi pubblici e privati;
  4. la definizione di obiettivi SMART: Specifici, Misurabili, rAggiungibili, Rilevanti, Temporizzabili;
  5. una dorsale di trasmissione territoriale, regionale ed europea capace di realizzare il patto.
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La stipula di un patto di lungo periodo tra soggetti pubblici e privati

La stipula di un patto parte da una fortissima tradizione di comunità presente sul territorio che tiene in considerazione ed evidenzia come elemento di forza e non di debolezza le differenziazioni che lo tipicizzano e le dinamiche che lo compongono: di conseguenza l’approccio, figlio di una profonda riflessione teorica, risulta fortemente legato al territorio e teso ad un suo completo riposizionamento.

Il patto agisce sulla presa di coscienza del valore del territorio e, partendo dalla rilevanza di un approccio partecipativo e democratico allo sviluppo, ricerca la massima partecipazione e il consenso più ampio possibile da parte di tutti gli attori della società, in una logica di coinvolgimento e di condivisione degli obiettivi di una vera e propria Nuova Comunità.

Le politiche di sviluppo non si decidono dall’alto ma partendo dal basso: esse devono essere progettate conoscendo da vicino il territorio, devono essere condivise con gli stakeholder ed essere vicine alle esigenze del territorio, devono essere “co-decise” con gli organismi che coinvolgono rappresentanze datoriali, sindacati e parte amministrativa e che hanno al centro della loro Agenda la crescita e lo sviluppo del territorio.

In questo senso sono facilitati i territori che hanno creato organismi di governance partecipata tra gli stakeholder pubblici e privati basati sulla definizione dei rispettivi piani di azione di medio-lungo periodo e sull’impegno reciproco ad attuarli.
La governance partecipata di territorio, che è ben diversa dal o dai governi istituzionalmente costituiti – Comuni etc. –, è un organismo – ad es. un’Agenzia per lo Sviluppo – di partnership pubblico-privata guidato da valori condivisi e basato su una coesione sociale del territorio che vede la partecipazione di soggetti diversi con interessi diversi.
Le azioni che hanno alla base il confronto tra interessi diversi sono il valore aggiunto di questi organismi i quali si mettono a disposizione dei territori per il loro sviluppo: è una strada più lunga ma è la strada che funziona meglio.

Una comunità performante tra attori pubblici e privati

Creare comunità performanti significa abilitare i soggetti protagonisti dei territori a dare vita ad una policy community tra soggetti pubblici e privati – ad es. un Think Tank – unita da obiettivi condivisi e permeata da una cultura dell’innovazione.

La comunità performante attinge alle potenzialità dello “scrigno delle competenze e delle relazioni” delle persone del territorio e della loro rete di networking.

La comunità performante diventa cassa di risonanza delle esigenze del territorio e permette ai cittadini di esprimere le loro potenzialità come singoli attori che si sentono parte di una comunità innovativa.

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Una strategia condivisa di investimenti selettivi pubblici e privati

La programmazione concertata e partecipata degli investimenti pubblici e privati del territorio deve avere in sé la caratteristica della concretezza.

Ciascuna dimensione – ambito di azione o delega – si deve tradurre in azioni con obiettivi e risultati monitorabili e monitorati.

E’ necessario andare oltre gli scenari strategici definendo politiche concrete mirate allo sviluppo partendo delle capacità distintive già presenti sul territorio, selezionando le priorità – ad es. mediante l’estrapolazione di 30 obiettivi trasversali che saranno oggetto di visione a 10 anni, di verifica a 5 anni e oggetto di controllo annuale – e convogliando tutte le risorse su progetti “che vedono lungo”, che sono simbolo delle grandi specificità del territorio e che fanno da capofila e da leva per il cambiamento.

La definizione di obiettivi SMART: Specifici, Misurabili, rAggiungibili, Rilevanti, Temporizzabili

La determinazione molto forte nel far avvenire davvero le cose e la misurazione dei risultati che via via si ottengono hanno alla base lo sviluppo di politiche di crescita del territorio SMART.

Le politiche SMART vengono perseguite e realizzate in modo integrato. Ogni azione – ad es. ognuno dei 30 obiettivi trasversali – di ciascuna dimensione – ambito di azione o delega – deve rafforzare le altre. Esse costituiscono la base di una organizzazione a matrice – interattività – trasversale alle diverse competenze.

Le politiche di crescita SMART permettono lo sviluppo e la valorizzazione di un ecosistema innovativo sul territorio.

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Una dorsale di trasmissione territoriale, regionale ed europea capace di realizzare il patto

Il locale va più che mai incrociato con le strategie generali e questo è possibile solo se è connaturato al territorio il valore della natura reticolare delle connessioni e delle relazioni come fattori abilitanti: il territorio deve essere in grado di organizzare una rete relazionale che ha come dorsale di trasmissione la Regione ma che va dal territorio stesso all’Italia e all’Europa.

I territori sono fondamentali perché sono produttori di azioni con prospettiva nazionale ed europea: la Regione è la regista di questo processo, coordinandone il collegamento soprattutto con l’Europa e valorizzandone i punti di forza non utilizzando finanziamenti a pioggia ma destinandoli a specifici interventi strategici su investimenti selettivi.

La Regione deve essere un “ombrello istituzionale” che protegge i processi di innovazione del territorio ripensando il rapporto con lo stesso e fornendogli quelle motivazioni che permettono la creazione di politiche condivise ad alto valore aggiunto per la crescita e lo sviluppo.