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La crescita è la manifestazione e il frutto del cambiamento in un tessuto economico e sociale.
La qualità della ricerca di un territorio, con il fine di esprimere politiche coerenti con le sue problematiche, la capacità di iniziativa e di influenza su società e politica, fa sì che la sua agenda sia connotata e promossa dalla partecipazione attiva al dibattito pubblico.

Il modello di ricerca – indipendente e non tesa a sostenere una particolare agenda di policy – di Canavese2030 ha come obiettivo il promuovere la discussione, l’elaborazione, la promozione e il confezionamento di analisi, idee, conoscenza, informazioni e strumenti tesi ad orientare e influenzare il processo decisionale di specifiche politiche pubbliche, proponendo soluzioni coraggiose nell’interesse del territorio.

La sperimentazione di progetti che nascono dalle idee – possibilmente poche e chiare e con una vision e una mission ben definite – avviene grazie al confronto continuo che una società aperta garantisce, confronto che permette alle idee migliori di vincere, offrendo soluzioni pratiche sempre aperte ad una revisione o rielaborazione: poi sono i mezzi, le capacità, un adeguato capitale di relazioni – combinazione di know how e di know who – ed una giusta reattività che permettono di ottenere i risultati.

L’obiettivo è quello di massimizzare i risultati in riferimento alle risorse economico- finanziarie, numeriche, organizzative, conoscitive e di influenza messe in campo.

Tutta l’attività di ricerca è caratterizzata da un approccio che coniuga le analisi sociali, economiche ed istituzionali anche mediante una collaborazione con analisti, consulenti, pianificatori, valutatori e consiglieri dei principali think tank nazionali.

L’attività di ricerca è affiancata da un impegno nelle pubblicazioni e da una diffusione dei contenuti mediante convegnistica.

La diffusione delle idee avviene mediante la propria rete di relazioni e mediante un bilanciamento sulla stessa delle attività di comunicazione sui cinque livelli di flussi comunicativi – stakeholder economici e sociali, istituzioni politiche e di governance, mass media, opinion leader, cittadini – mediante un linguaggio immediatamente comprensibile – vi è l’attenzione ad una continua opera di traduzione e di adattamento del lessico – e la produzione di materiale con contenuti circostanziati e spendibile nel dibattito pubblico.

La comunicazione assolve un ruolo strategico perché tutto ciò che il territorio ha per essere vincente deve essere conosciuto e in questo quadro l’alleanza con i media ha un peso fondamentale. Un territorio che intende promuovere il suo sviluppo socio-economico deve in primo luogo puntare sulla visibilità propria e dei propri attori. E per ottenere i risultati desiderati da questo investimento economico, politico, culturale occorre trovare le forme più adatte di comunicazione per coinvolgere anche la popolazione del territorio stesso: i beneficiari del lavoro svolto, infatti, sono i cittadini medesimi e quindi essi devono conoscere le varie tappe di questo processo di trasformazione; ecco perché la comunicazione ne costituisce la chiave di entrata.

L’accountability diventa una fase indispensabile per dare continuità al processo di pianificazione strategica, dando circolarità al sistema ‘progettazione-azione-valutazione-progettazione’: all’interno di questo circuito essa riveste un ruolo fondamentale perché è un tassello indispensabile per riavviare e riattivare costantemente il processo.

Un’organizzazione che funziona deve rendere conto di cosa progetta, di cosa sviluppa, di cosa realizza ai cittadini di un territorio; un’organizzazione quale è un think tank nasce, cresce e si consolida precipuamente per lo sviluppo di un territorio: e al territorio “deve rispondere delle conseguenze del proprio agire”; in questo senso emerge in tutta la sua chiarezza l’importanza dell’accountability che, se vuole essere efficace e percepita come tale, deve essere pubblica.

Inoltre vi deve essere un esercizio di analisi dei dati in funzione della determinazione degli obiettivi; i dati devono essere base di ragionamento per i contenuti; vi deve essere trasparenza sulle analisi fatte, all’interno di ogni progettualità, per arrivare alla definizione degli obiettivi.

Le analisi devono essere sviluppate su poche variabili fondamentali con l’enunciazione preventiva dei risultati che si vogliono raggiungere nella singola progettualità; gli obiettivi devono essere pragmatici e quantificabili e devono fornire il miglior impatto possibile sul territorio in termini di risultati attesi; gli obiettivi devono essere misurabili nel tempo.

La disponibilità di dati diventa quindi essenziale sia per prendere decisioni razionali e consapevoli sia, allo stesso tempo, per rispondere alle richieste di trasparenza sui criteri quantitativi: i cittadini, infatti, hanno il diritto di conoscere i dati puntuali che guidano le decisioni prima che le decisioni vengano comunicate, o al più tardi contestualmente alle decisioni stesse; i dati non possono essere utilizzati a posteriori per giustificare ciò che è già accaduto ma devono anticipare le progettualità in modo tale che i cittadini possano più facilmente comprendere la situazione e la logica che sta dietro alle decisioni che riguardano il loro futuro.

Ecco perché, proprio per ottenere questi obiettivi, è fondamentale anche il ruolo dei media in quanto catalizzatori dell’opinione pubblica e strumento di confronto e di mediazione tra i cittadini e la politica.
Si può essere favorevoli o contrari, ma ciò di cui è utile prendere atto è che l’innovazione è un processo necessario che deve essere continuamente alimentato e perché ciò avvenga occorre pianificare strategicamente le azioni e i comportamenti degli attori che ne sono responsabili.

L’insieme delle persone coinvolte insiste in uno spazio di rappresentazione che vede il Canavese dorsale di congiunzione tra le realtà metropolitane di Torino e Milano e il coinvolgimento delle persone stesse testimonia la volontà di progettare e di realizzare il futuro del territorio strutturandolo in un’ottica di piattaforma territoriale collaborativa con altre piattaforme territoriali, valorizzando specificità culturali e valori che possono incrementare l’attrattività del territorio e disegnarne una nuova immagine.

L’identità canavesana, in questa prospettiva, andrebbe coltivata attraverso la produzione intenzionale di territorio che vive della capacità di far vivere contenuti, idee e prodotti connotati in senso locale. Un Canavese più integrato negli assetti d’area vasta del Nord-Ovest darebbe maggiori opportunità ai canavesani. Un pattern, questo, che richiede l’apertura di canali di confronto di area vasta e che presuppone più protagonismo territoriale. Protagonismo che assuma, tra gli altri, l’obiettivo di “stanare” le stesse istituzioni sovraordinate per incoraggiarle a superare la tentazione di un rinserramento sulla città capoluogo.

L’obiettivo quindi è dare vita ad un ridisegno territoriale oltre i limiti del localismo che sappia incalzare le istituzioni nella direzione del policentrismo: questa è la vera priorità da porre in cima all’agenda.