Nuova Comunità

Perché il Canavese è unico? Cos’ha il Canavese che altri territori non hanno? Perché ha una importanza e un significato così speciale oltre i suoi confini?

Il Canavese è un territorio ricco di storia che ha generato una vicenda industriale unica nel suo genere, i cui significati sono ancora oggi visionari e possono ispirare un futuro da reinventare: questo a patto che si superi ogni “ossessione” celebrativa e che la “narrazione” sia liberata da qualsiasi tipo di nostalgia e declinata unicamente al futuro.

Il Canavese è stato e può ritornare ad essere un laboratorio di visione, un esperimento pilota di sintesi tra profitto e solidarietà, tra rappresentanza e funzionalità, tra città e territorio e tra locale e globale, una comunità operosa di “abitanti del territorio e cittadini del mondo”.

Oggi lo sconvolgimento con il quale dobbiamo avere a che fare sta producendo un ritorno ai valori che risiedono nelle comunità, la prossimità e la solidarietà verso l’altro, e – parole del Pontefice – “peggio di questa crisi c’è solo il dramma di sprecarla rinchiudendoci in noi stessi.”

Ecco allora che la comunità sta “di-venendo”, in una “nuova normalità”, una Nuova Comunità.

Una Nuova Comunità che ha come base la cura delle tre fratture che questa crisi ha messo bene in evidenza nel nostro vivere quotidiano: la prima, quella tra analogico e digitale; la seconda, riguardante la sfera della sostenibilità e dell’insostenibilità; la terza, relativa alla dimensione del locale e del globale. Riuscire a creare un modello di ricostruzione che sappia porre al centro la cura di queste tre differenti realtà è la sfida per il futuro delle nostre comunità e del nostro Paese.

Una Nuova Comunità che, quindi, considera nella sua agenda la sostenibilità ambientale e la trasformazione digitale – che insieme significano inclusione sociale – non un vuoto storytelling su di una transizione ecologica e tecnologica, ma come opportunità date dalla blue and green economy di dare vita e di reinventare quelle piattaforme comunitarie – dotate di concrete pratiche sociali e di un’intelligenza collettiva diffusa – che possono “fare sistema” e dare vita ad un nuovo modello di Paese.

Una Nuova Comunità, di cui l’Italia può essere ricchissima, che in questo momento storico – con una attualità e una visionarietà nuova dati dalla quotidianità in cui viviamo – si proietta nel futuro grazie alla conoscenza, alle relazioni, al know how, a praticamente tutta una serie di fattori e di materie prime totalmente intangibili, le quali consentono di ridisegnare completamente la precedente percezione dei territori.

In questo senso fattori quali l’elevata omogeneità orografica, sociale, economica dell’area interessata, nonché una buona sintonia tra gli attori locali, possono favorire il riconoscimento di una comune “identità di destino” e una parziale convergenza di molteplici interessi verso obiettivi condivisi.

La creazione di un’immagine comune del territorio, prima magari inesistente o diversamente esistente, si può accompagnare ad una scelta di coinvolgimento di tutti gli attori nella definizione ed implementazione degli obiettivi comuni: e lo sviluppo di una visione condivisa e la costruzione di una nuova identità territoriale può permettere agli stakeholder del territorio e ai cittadini di identificarsi in essa.

Le performances positive del territorio, la qualità delle risorse umane, la qualità delle risorse ambientali, l’investimento in risorse materiali e immateriali, il dinamismo della comunità possono essere fattori di successo non solo per il territorio ma anche per chi con la piattaforma territoriale vuole stipulare degli accordi di collaborazione.

In quest’ottica diventa indispensabile pensare a ciò che saranno il territorio e la sua comunità tra dieci anni. Alzare lo sguardo oltre il presente e chiedersi quale futuro si pensa e si vuole costruire. Quali obiettivi si vogliono raggiungere. Qual è la visione di crescita della società che si ha in mente. Quali politiche di innovazione, inclusione, formazione, coesione sociale, infrastrutturazione tradizionale e digitale si pensano necessarie per lo sviluppo del territorio. Qual è la “rappresentazione del territorio che sarà”. Qual è lo scenario a dieci anni, chiedendosi come potrebbe, e soprattutto come dovrebbe essere il Canavese.

Tutto questo ci porta all’idea di Nuova Comunità, un’idea che disegna un nuovo percorso da intraprendere. La Nuova Comunità necessita di essere continuamente costruita valorizzando i tratti di fondo delle trasformazioni in un nuovo modo di lavorare e di vivere. Questo è un solido punto di partenza, qualcosa del quale ci si può sentire autenticamente “custodi”, una nuova modalità di libertà e di autorità che include l’imprescindibile dimensione del dialogo.